Grazie Pierpaolo, salutaci il capo e ... arrivederci!

Ivan Losio - marted́, 27 dicembre 2011

Pierpaolo Raimondi Cominesi

Una notizia molto triste ha sconvolto il clima gioioso e magico di questi giorni: Pierpaolo Raimondi Cominesi ci ha lasciato. La malattia che lo ha colpito a pochi mesi dalla dipartita dell’amico Lamberto Grillotti, non gli ha lasciato scampo. Se n’è andato in silenzio, riservando a sè la sua triste vicenda, nel modo che contrassegnava, pur avendo operato a lungo per il bene comune, il suo carattere discreto, prudente, riguardoso e poco incline alle apparenze.
Non aveva confidato a nessuno il suo segreto, il pesante destino che lo avvicinava alla vicenda di Lamberto. Chissà, magari non ne ha nemmeno avuto il tempo. 
Il triste epilogo della vita del nostro Sindaco lo aveva segnato profondamente. Così come aveva mutato e rinsaldato i nostri rapporti che, dal giorno in cui mi disse: “Mi ha detto che deve farsi operare di nuovo, aveva le lacrime agli occhi, non l’ho mai visto così”, non furono più, anche dentro il Municipio, fra amministratori, ma fra buoni amici. Vedere il grande e possente Lamberto con le lacrime agli occhi, significava che era arrivato il momento nel quale non ci si doveva più occupare solo delle questioni amministrative, ma era necessario confrontarsi anche con quello che era diventato un problema non solo dell'insostituibile Sindaco, ma anche nostro, non misurabile solo attraverso la sua assenza o presenza. Un problema umano in carico a tutta la squadra, che vedeva Pierpaolo coinvolto in modo particolare.
Conobbi Pierpaolo alla fine degli anni 80 quando, da grandi appassionati di informatica, ci cimentammo nelle sue diverse applicazioni in campo contabile. L’amministrazione aziendale, il controllo di gestione e la gestione delle risorse umane erano i suoi settori di competenza. La sua formazione, infatti fu quella di Ragioniere, poi affinata con gli studi in Economia e Commercio ed in Scienze Politiche. La sua carriera è stata contrassegnata da brillanti incarichi in primarie aziende operanti nel settore del turismo.
Nel 1997 decise di accogliere l’invito di Lamberto ad adoperarsi per l’Amministrazione Comunale. Il Sindaco, al suo secondo mandato, gli diede quello che era un incarico naturale per lui: Assessore al bilancio. Fu un pilastro fondamentale per la Giunta Grillotti e fu un’ottima garanzia per il Bilancio del Comune. Si interessò anche di Tributi, Commercio e di Trasporto pubblico in quanto unico amministratore a misurarsi quotidianamente con la sorte dei pendolari rivoltani. Istituì la Consulta dei Trasporti e seppe mettere in campo proposte migliorative per il servizio.
Nel 2001, con l’ingresso di Grillotti al Senato della Repubblica e l’elezione dell’Amministrazione di centro-sinistra a Rivolta, decise di abbandonare l’attività politica. Il suo approccio con la “cosa pubblica” ha sempre voluto essere attivo e concreto, il ruolo della minoranza gli sarebbe stato stretto. Ma la sua inattività durò poco. Quattro anni dopo, infatti, durante una delle nostre abituali chiacchierate, decidemmo di metterci in gioco, io per la prima volta e lui per la seconda. Insieme ad altri amici fondammo un Club di Forza Italia a Rivolta ed iniziammo a confrontarci con i partiti di Centro-destra in vista delle elezioni del 2006. Nelle trattative riguardanti le candidature, la composizione della Giunta e dei Consigli di Amministrazione, il suo nome era sempre fuori discussione. Il senatore Grillotti, candidato sindaco “in pectore”, infatti, ogni volta teneva a precisare che PierPaolo sarebbe stato Assessore al bilancio comunque fossero andate le sue preferenze. Se fosse stato eletto, bene, altrimenti sarebbe stato nominato Assessore esterno. In effetti, l’esperienza passata fu molto positiva anche per Lamberto che vedeva in PierPaolo un collaboratore serio, molto competente e preparato.
Le elezioni andarono bene ed iniziammo la nostra nuova esperienza in Comune. Fu nominato Assessore al Bilancio, Tributi, Personale, Trasporti ed anche ai Servizi cimiteriali, anche se non voleva mai sentirne parlare perchè diceva scherzosamente che portava sfortuna. Se non fosse per la sua attività professionale che, all'inizio del mandato, lo teneva tutta la giornata fuori paese, doveva essere suo anche l’incarico di ViceSindaco che, quindi, toccò a me. Verso la seconda metà del mandato le nostre condizioni lavorative si invertirono: io via tutti i giorni e lui solo tre giorni alla settimana, ma non volle cambiare alcunchè.
L’esperienza amministrativa si dovette misurare ben presto con la malattia del Lamberto.
Affrontammo insieme momenti molto difficili, sia in termini amministrativi che umani, come il peggiore che può accadere ad un’Amministrazione comunale: il decesso del Sindaco. Nei lunghi 180 giorni nei quali fui chiamato a sostituire in toto il primo cittadino, Pierpaolo fu il mio collaboratore più stretto ed il mio consigliere più fidato. Seppe, in quella pesante circostanza, dar forza alla scelta che nel 2006 avevamo fatto insieme ed insieme dovevamo portare a termine.

Caro Pier, chissà se potrò mai ricambiarti di tutto il bene ricevuto. Avresti voluto ora dedicarti più a te stesso ed alla tua famiglia, ma non ti è stato permesso. Sono certo che lassù in cielo sarai ripagato di tutto quanto hai fatto per gli altri. 
Salutaci il capo e … arrivederci!