Aldo Moro, 30 anni dopo

Ivan Losio - venerd́, 16 maggio 2008

Ricordare Aldo Moro significa valorizzare un pensiero nobile, riconoscere un esempio sempre attuale.
Coerente fino al sacrificio, Aldo Moro fu originale teorizzatore di due fondamentali principi: pluralismo e accettazione della diversità non solo socio-culturale ma anche nella gestione del potere, abbandonando, quindi, l’integralismo e permettendo la compartecipazione di altre forze al potere dando pluralismo alla gestione del potere stesso per declinare una democrazia compiuta, all’insegna dell’unità nel nome dei valori costituzionali fondanti e, di conseguenza, rifiuto al consociativismo, ma alternanza di schieramenti nel riconoscimento reciproco per la costituzione della casa comune.
E’ stato il precursore di un inedito modello etico “Il Paese non si salverà se non nascerà un nuovo senso del dovere”, diceva, e questa consapevolezza era il suo chiodo fisso che partiva dalla comprensione che il consenso non deve diventare esaltazione ma azione critica altrimenti riveste una grande pericolosa fragilità.
Aldo Moro è un grande esempio per tutti noi, soprattutto per le persone che, da politici, si dedicano all’amministrazione del bene comune.
Insieme a lui, ricordiamo tutta la storia degli anni Settanta e degli uomini che hanno segnato quegli anni: politici, magistrati, avvocati, poliziotti, medici, persone comuni vittime del terrorismo.