Le due immagini della Liberazione

Ivan Losio - sabato, 30 aprile 2011

Il discorso che ho pronunciato alla cerimonia di commemorazione della Liberazione il 30 Aprile 2011 a Rivolta d'Adda

Il 25 aprile è la ricorrenza più importante per ogni donna e per ogni uomo che crede nella libertà, nella democrazia, nella pace, nel dovere di garantire diritti civili, equità sociale e pari opportunità di scelta a tutti, nel rispetto delle diversità e nel pluralismo. Questo spirito di Liberazione deve vivere nelle nostre famiglie, affinché tutte le generazioni siano consapevoli della nostra storia e si ritrovino unite nell’impegno di difendere e riaffermare quotidianamente con coraggio e chiarezza questi valori di civiltà.
Quest’anno il 25 aprile ha un significato ulteriore perché celebriamo il Risorgimento e i 150 anni dell’Unità d’Italia. La Resistenza non si richiama solamente agli ideali risorgimentali, alle gesta di Garibaldi del 1860 o alle coraggiose insurrezioni di quegli anni, come, ad esempio, le Cinque Giornate di Milano. Le valorose divisioni Partigiane si ispirarono per i loro nomi a questi storici fatti risorgimentali ed ai loro protagonisti.
La Liberazione costituisce il completamento naturale, l’ultimo atto del Risorgimento!
Il Risorgimento fu il processo di emancipazione sociale e civile che portò gli italiani dall’essere sudditi passivi di un sovrano assoluto, all’essere cittadini, soggetti attivi di una sovranità popolare. E la Resistenza fu la più straordinaria e decisiva assunzione di responsabilità dal basso, di rottura di passività, di pratica di cittadinanza, di partecipazione attiva alla vicenda collettiva di una nazione unita.
Cos’altro è il concetto di Patria se non l’assumersi una responsabilità collettiva? Questo spirito che operò nel Risorgimento e, quasi un secolo più tardi, nella lotta di Liberazione deve essere ravvivato ed alimentato.
Sul piano militare la Liberazione non fu opera solamente della lotta partigiana, ma anche delle forze militari alleate a cui va in questo giorno la nostra più profonda riconoscenza. Un’esperienza di lotta, dunque, con due grandi attori che oggi mi piace ricordare per due messaggi tanto attuali quanto importanti.
La Resistenza fu la fucina dove maturarono e si temprarono i valori e i principi che oggi sono espressi in quel documento di altissima civiltà che è la nostra Costituzione. Essa è il vero e unico fondamento della nostra Repubblica, perché è la nostra garanzia di civiltà nei confronti dell’arroganza del potere, della deriva verso ogni nuovo totalitarismo. Diversamente dalle altre leggi la Costituzione è una legge che parte dal basso per avere effetto su chi sta in alto. Non limita la libertà dei cittadini, limita invece il potere dell’autorità. Non esiste Costituzione senza diritti umani e senza separazione dei poteri. Durante la Resistenza molte esperienze di repubbliche partigiane, ispirandosi agli ideali del Risorgimento, riuscirono ad anticipare il nostro Stato democratico fondandosi sui principi fondamentali di libertà, uguaglianza e solidarietà. Seppero darsi elezioni libere, che videro al voto per la prima volta in Italia anche le donne. Promossero la tutela dei lavoratori, l’educazione e il rispetto dell’ambiente.
Un’immagine, quindi, quella della Resistenza, che contrassegna la prima esigenza dell’uomo di vivere in una società libera e solidale.
E poi il secondo grande messaggio della Liberazione: la corresponsabilità internazionale. Furono migliaia i giovani che si sacrificarono e morirono per liberare noi dall’oppressione nazifascista. Gli ideali che li mossero a sbarcare sulle nostre coste, a migliaia di chilometri dalle loro case, non furono la voglia di libertà o l’amor patrio, ma il desiderio di dare il loro contributo per la costruzione di un mondo migliore, un mondo di pace e di serenità. Ed oggi, ricordando quegli eventi, penso alle popolazioni dei paesi arabi che stanno oggi combattendo il loro Risorgimento ed alle persone che, tra costoro, cercano rifugio e un futuro migliore tra di noi. Penso agli squilibri tra il Nord e il Sud del mondo. Penso ai nostri alpini caduti in Afghanistan, in Iraq ed in molte parti del mondo. Penso alla popolazione giapponese e ad altre nazioni colpite dalla forza della natura. Dobbiamo fare di tutto il pianeta la nostra Patria se vogliamo consegnarlo in una forma ancora vivibile ai nostri figli.
Mi piace che la celebrazione di oggi possa regalarci queste due immagini. E’ il modo più degno e più appropriato per ringraziare tutti coloro che sono stati i protagonisti di quegli eventi così drammatici e per ricordare soprattutto coloro che si sono sacrificati con la vita.
Se, vivendo il nostro presente e costruendo il nostro futuro, faremo tesoro di questi loro grandi insegnamenti, riusciremo a fare in modo che il loro sacrificio non sia stato consumato invano.

Viva il 25 aprile!
Viva l’Italia!