"La Paullese sarà terminata". La Provincia sfida il governo

Ivan Losio - mercoledì, 15 giugno 2011

Sono pronto a sostenere anche in Consiglio Provinciale la linea del presidente Salini che non retrocede: “Piuttosto usciamo dal Patto di stabilità, ma il raddoppio va concluso”.

(Da "L'Informatore della Provincia di Cremona")

Niente cedimenti e fronte unito per ottenere il ripristino dei fondi per la Paullese. Con una promessa che è anche una sfida: “Piuttosto che lasciare l’opera a metà, usiamo fondi provinciali uscendo dal Patto di stabilità, andando incontro a tutte le conseguenze di una tale decisione. Ma almeno la Paullese sarà portata a termine”. Così il presidente della Provincia di Cremona Massimiliano Salini, insieme all’assessore regionale Gianni Rossoni, ha affrontato il tema del raddoppio dell’arteria che collega Crema a Milano nella riunione con i sindaci della Consulta cremasca.
L’incontro si è svolto lunedì 13 giugno, presso la sede della Provincia a Crema, e all’ordine del giorno c’era il dato preoccupante emerso durante la riunione di venerdì presso Regione Lombardia. In quell’occasione, i sindaci della tratta milanese della Paullese avevano avanzato una proposta, che è stata respinta: utilizzare i fondi della Tem (Tangenziale esterna milanese) per finanziare solo una parte della tratta milanese della Paullese, lasciando in sospeso il finanziamento del resto dell’opera. Una proposta inaccettabile per il presidente Salini e per i sindaci cremaschi, dato che equivarrebbe nei fatti all’ammissione di una sconfitta.
“Il fatto che i sindaci della tratta milanese avanzino richieste in modo non unitario con tutti i soggetti coinvolti dal problema del raddoppio della Paullese è segno di un metodo inadeguato” ha detto il presidente Salini, in apertura dell’incontro presieduto dal presidente della Consulta cremasca Gian Pietro Denti. “Innanzitutto per una questione di merito: avanzare la proposta di utilizzare i fondi per le opere di compensazione della Tem significa accettare che il Governo non metta più a disposizione le risorse necessarie al raddoppio della Paullese. E questo noi non lo accettiamo. Inoltre quei fondi sarebbero insufficienti, perché finanzierebbero eventualmente solo un pezzo della tratta milanese, fino a Paullo: rimane fuori il resto del tratto in provincia di Milano, il ponte di Spino, e la tratta da Spino a Dovera. Quindi, nella riunione a Milano abbiamo detto che nessun protocollo sarebbe stato firmato senza prevedere il finanziamento integrale dell’opera. E così è stato: il protocollo non è stato firmato, e ci aggiorniamo tra un mese per fare il punto sulla situazione”. Secondo Salini, inoltre, “non va dimenticato il fatto che nel frattempo è stato completato tutto l’iter in preparazione della realizzazione del raddoppio fino a Spino, con la sottoscrizione di più di 200 accordi bonari. Quindi l’opera la si sta facendo, la si porta avanti, e non potrà per nessun motivo essere lasciata a metà”.
Sulla stessa linea anche l’assessore regionale Gianni Rossoni. “Nella riunione di venerdì – ha detto Rossoni – era presente anche il Governo, nella persona del sottosegretario Roberto Castelli. Di fronte al Governo avremmo fatto meglio a parlare a una voce sola; quindi condivido il giudizio sulla inopportunità della proposta avanzata dai sindaci milanesi, e che giustamente non è stata sottoscritta. Sul merito della possibilità di utilizzare le risorse legate alla Tem, resto dell’opinione che quelle risorse dovrebbero essere utilizzate per il prolungamento della linea gialla della metropolitana. Comunque, potremmo eventualmente ragionare su una possibilità di utilizzare quelle risorse. L’importante è che il fronte dei sindaci si muova sempre in modo unitario”.