Onore all'Esercito, onore ai Caduti!

Ivan Losio - marted́, 04 novembre 2008

Discorso pronunciato alla celebrazione del 90° della Vittoria il 4 novembre 2008

Cittadini,

oggi ricordiamo, a distanza di esattamente 90 anni, il giorno in cui il generale Armando Diaz diramò il Bollettino della Vittoria, la dichiarazione della fine di una guerra lunga e sanguinosa, iniziata il 24 maggio di 3 anni prima, contro il nemico Austro-Ungarico. La gigantesca battaglia di Vittorio Veneto restituì a tutti gli Italiani una patria unita, definita dai più “un bene prezioso, sognato e voluto” dai grandi patrioti del Risorgimento. Il merito fu di molti Italiani che si sacrificarono per la difesa della loro Nazione e della democrazia. In particolare, fu merito dei “Ragazzi del 99”, precettati quando non avevano ancora compiuto diciotto anni, in un momento di gravissima crisi per il Paese e per il Regio Esercito, dopo la triste e sanguinosa disfatta di Caporetto. Essi risaldarono con onore e spirito di sacrificio ammirabili le file del Piave, del Grappa e del Montello, permettendo all’Italia, in esattamente dodice mesi di attività bellica, la riscossa e la vittoria.
Per molti, moltissimi di loro, in tutto 650mila Italiani, quell’esperienza si tramutò in estremo sacrificio. La giovane vita di questo altissimo numero di persone fu immolata per gli ideali che permettono, ancor oggi, a noi, di vivere in una società dove impera la democrazia, la giustizia e la pace.
Da quel giorno, ogni 4 novembre è dedicato a quanti, anche nella Seconda Guerra Mondiale, nella Resistenza ed in tutte le altre guerre si sono sacrificati per la Nazione.
Tra questi molti rivoltani che non fecero ritorno a casa. I loro nomi sono scolpiti su questo monumento. E quei tragici giorni, quei tragici eventi sono scolpiti nei ricordi di molte persone che li hanno vissuti.
Per quelli come me che ne hanno ricevuto solo una testimonianza, deve essere costantemente rinnovato l’impegno al ricordo ed alla condivisione degli ideali di coloro che si sono immolati. Un ricordo che deve rivolgersi anche a tutti quelli che, ancora ai giorni nostri, cadono come eroi della pace: pensiamo ai Martiri di Nassiriya, ai morti in Somalia, in Afghanistan, in Libano ed in tutte le missioni umanitarie che impegnano l’Esercito Italiano. Un impegno e un’azione, quelli del nostro Esercito, divenuti strumento di pace che costa, ancora troppo spesso, il sacrificio della vita.
Il nostro pensiero deve oggi più che mai andare a tutti coloro che si impegnano per la pace, ai loro sacrifici, alle loro sofferenze. Si tratta di persone disposte a mettere a repentaglio la loro vita per grandi ideali. Gli stessi che impegnarono tutti i combattenti della storia.
La strofa di una canzone che animava le marce dei ragazzi, di quei ragazzini mandati a combattere in riva al Piave: «Novantanove,  m’han chiamato… date un bacio alla mia mamma e alla bandiera tricolor», rende bene l’idea di quanto sia alto, per coloro che si sacrificano così tanto per la loro Nazione, il valore della Patria, la bandiera del loro Paese: la amano con amore così grande da paragonarlo all’amore per la loro mamma.
Un esempio, questo, che deve far riflettere tutti noi che godiamo dei risultati dei sacrifici di queste persone. Nella vita di tutti i giorni anche noi possiamo fare la nostra parte: come ci rapportiamo con le istituzioni che rappresentano la nostra Nazione? Amiamole, rispettiamole, difendiamole, facciamole crescere. Esse sono il segno della democrazia, della giustizia e della pace che sono state conquistate con il sangue e che, ancora oggi, vengono difese da persone disposte a rischiare la loro vita. E’ un impegno che ci viene chiesto e che abbiamo il dovere di rispettare.
Onore ai Caduti, Onore all’Esercito Italiano, viva l’Italia!

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Oggi salutiamo, a 90 anni dalla sua fondazione, un’associazione che a Rivolta tanto si è prodigata per assistere i combattenti, ricercare i dispersi ed onorare i caduti: l’Associazione Combattenti e Reduci. L’ultimo socio del gruppo rivoltano ha inteso lasciare in eredità alla Comunità intera la storia di questa associazione, consegnando simbolicamente al Sindaco il vessillo del gruppo, oggi portato da un Consigliere comunale. Facciamo appello a tutti coloro che intendano dedicare un po’ di tempo a questa nobile causa di ricostruire questa gloriosa associazione. E’ un modo anche questo per onorare chi ha dedicato la sua vita per la Patria.