Il 150° dell'Unità d'Italia in Consiglio comunale

Ivan Losio - mercoledì, 16 marzo 2011

Comune di Rivolta d'AddaIntervento al Consiglio comunale del 14 Marzo 2011.

Prima di iniziare la discussione degli argomenti all’ordine del giorno ritengo doveroso proporre, a voi colleghi ed al pubblico presente, l’apertura ufficiale di un’importante celebrazione che in questi giorni sta accomunando le istituzioni ed i cittadini italiani tutti: il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Uno dei messaggi che questa grande celebrazione manda soprattutto a noi Amministratori è molto importante: ci richiama al senso più nobile della politica, nella riflessione necessaria sul processo scaturito dal 1861, che ha determinato, sul piano politico ed istituzionale, la realtà che viviamo.
Le tante lotte, i tanti avvenimenti, iniziati sin dal Risorgimento, ci hanno lasciato un'eredità spirituale, ancor prima che politica: la libertà umana è insopprimibile e la sua affermazione collettiva e corale è alla base di ogni significativo cambiamento epocale.
Un insegnamento che il Risorgimento può impartire a ciascuno di noi, ma soprattutto a chi amministra la res publica, per ritrovare nei valori fondanti dell'Unità Nazionale, lo stimolo ad un'etica politica in cui l'attenzione all'uomo trovi la giusta dimensione.
Ogni Amministratore quindi non può e non deve essere sordo alla storia di una Nazione, di un Comune o di un territorio che governa: da essi deve trarre le premesse e le future scelte.
Questa Festa Nazionale significa per noi italiani la conclusione vittoriosa di uno sforzo durissimo che vide giovani di ogni regione e di ogni ceto sociale, uniti per la scelta di un'Italia unita, finalmente ricondotta nei suoi confini secondo il sogno a lungo vagheggiato dalle generazioni del Risorgimento.
L’occasione di questa grande celebrazione ci ha consentito di ricostruire, grazie al gentile supporto del prof. Giuseppe Rocchi di Arzago d’Adda, l’elenco dei 59 rivoltani che si sono prodigati, hanno combattuto ed alcuni di essi anche perso la vita, per l’Unità Nazionale attraverso le sette campagne condotte dal 1848 al 1870. Sono 59 giovani, partiti da casa lombardi, anzi, lombardo-veneti e tornati a Rivolta orgogliosamente Italiani. Vorremmo far nostri i sentimenti di quei ragazzi, perché, come ebbe a dire il Presidente Giorgio Napolitano nel suo discorso di apertura delle celebrazioni, l’anno scorso, a Quarto dei Mille, “non è retorica il recuperare motivi di fierezza e di orgoglio nazionale: ne abbiamo bisogno, ci è necessaria questa più matura consapevolezza storica comune, anche per affrontare con l’indispensabile fiducia le sfide che attendono e già mettono alla prova il nostro paese, per tenere con dignità il nostro posto in un mondo che è cambiato e che cambia.
Ne hanno bisogno anche i ragazzi delle Forze Armate che portano la nostra bandiera, rischiando la vita, in impervi teatri di crisi
”.
L’elenco di questi patrioti rivoltani resteranno impressi in questa sala a futura memoria e verranno letti uno ad uno nella commemorazione che faremo insieme giovedì mattina.

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